• L’emofilia è una malattia legata alla coagulazione del sangue a causa di una carenza di un fattore della coagulazione. È una malattia con base genetica di tipo recessivo e si manifesta a livello clinico solo nei maschi mentre le donne possono esserne portatrici sane. 

    Esistono principalmente sue forme:

    •             Emofilia A – caratterizzata dalla carenza del Fattore otto (FVIII), è la forma più diffusa con una incidenza pari a 1 caso su 10.000 persone
    •             Emofilia B – caratterizzata dalla carenza del Fattore nove (FIX), con una indicidenza di 1 caso su 30.000 persone.

    Le manifestazioni cliniche sono simili per entrambe le forme di malattia e la gravità della stessa è legata alla carenza del fattore di coagulazione. 

    SINTOMI

    Il principale sintomo della malattia sono manifestazioni di tipo emorragico e di lenta risoluzione. Altre manifestazioni possono interessare le articolazioni (polso, caviglia, gomito, ginocchio, ecc..)  in cui sanguinamenti interni possono, se non trattati e risolti, essere causa di artopatia cronica e disabilità. 

    Le emorragie possono manifestarsi in tutto il corpo ma in particolare alcune, se non adeguatamente e velocemente trattate, possono mettere a rischio la vita stessa del paziente.

    DIAGNOSI

    Essendo una malattia trasmissibile su chiara base genetica la diagnosi viene facilitata da specifici controlli clinici in ambito familiare, in modo preventivo o a seguito di manifestazioni emorragiche. Si effettua quindi il dosaggio dei fattori di coagulazione coinvolti (otto e nove) e si eseguono analisi genetiche per la più precisa caratterizzazione della malattia. Queste analisi possono essere effettuate anche in fase prenatale.

    TRATTAMENTI

    Il principale trattamento terapeutico prevede la somministrazione del fattore coagulativo carente. Questa sommministrazione può avvenire nel momento del bisogno (on demand) oppure con una modalità che prevede una trasfusione regolare (3 volte a settimana) del fattore di coagulazione in modo da prevenire le emorragie gravi. Sono anche disponibili dei farmaci ricombinanti, che consentono di ridurre il numero di trasfusioni, e primi, importanti, approcci di terapia genica.

    Da quando sono disponibili in commercio i concentrati, viene largamente utilizzata l’autoinfusione domiciliare. L’utilizzo da parte dei pazienti di questi farmaci avviene sotto la guida e il controllo periodico dei centri emofilia la cui lista può essere consultata sul sito web di AICE (Associazione Italiana Centri Emofilia).

     

    La sezione è stata sviluppata con il contributo non condizionante di

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    Dicembre 14, 2021

    Emofilia

    L’emofilia è una malattia legata alla coagulazione del sangue a causa di una carenza di…
  • Adolescenti e adulti affetti da emofilia A o B hanno la possibilità di partecipare a uno studio clinico di fase III che coinvolge 5 differenti ospedali italiani (elenco in fondo all’articolo). La sperimentazione avrà lo scopo di valutare la sicurezza e l’efficacia del farmaco PF-6741086(nome commerciale: Marstacimab) come potenziale trattamento per prevenire gli episodi di sanguinamento chiamati emorragie.

    L’emofilia è una malattia ereditaria e congenita, ossia presente fin dalla nascita, dovuta alla mutazione di un gene nel cromosoma X che causa la carenza di una delle proteine implicate nel processo di coagulazione del sangue. Nell’emofilia A la proteina carente è il cosiddetto fattore VIII (FVIII) mentre nell’emofilia B c’è scarsità del fattore IX (FIX). Queste carenze causano una diminuzione dell’efficacia della coagulazione che si manifesta nei segni tipici della malattia ovvero le emorragie, più frequenti a livello delle articolazioni (emartri). In base al grado di carenza dei fattori VIII o IX, l’emofilia può avere manifestazioni lievi, moderate o gravi. 

    Lo studio clinico, con codice identificativo NCT03938792 sostenuto da Pfizer, ha lo scopo di valutare l’efficacia e la sicurezza del Marstacimab nel prevenire le emorragie nei pazienti affetti da emofilia A grave e in quelli con emofilia B moderata o grave.Protein TFPI PDB 1adz

    Marstacimab è un anticorpo monoclonale umano che lega e neutralizza l’azione di TFPI (Tissue Factor Pathway Inhibitor), una proteina anticoagulante che normalmente impedisce un’attivazione incontrollata del processo di coagulazione.

    DISEGNO DELLO STUDIO E OBIETTIVI

    Lo studio clinico è multicentrico, attivo in 75 centri clinici nel mondo, 5 dei quali in Italia, e coinvolgerà in totale 145 pazienti. È uno studio di fase III, in aperto, a braccio singolo, nel quale tutti i partecipanti riceveranno lo stesso farmaco.

    I ricercatori osserveranno le manifestazioni cliniche del paziente per i primi 6 mesi (senza variazioni della terapia abituale del paziente). Dopo questa valutazione si inizierà il trattamento di 12 mesi con Marstacimab seguendo un regime terapeutico che prevede una dose di carico di 300 mg somministrata per via sottocutanea seguita da dosi di 150 mg una volta alla settimana.

    L’obiettivo principaledella ricerca è quello di valutare il tasso annualizzato di sanguinamento (ABR - Annualized Bleeding Rate) ovvero la quantità di episodi di sanguinamento in un anno.

    Gli altri obiettivi sono: la valutazione dei fenomeni trombotici, della formazione di anticorpi contro il farmaco, degli eventi avversi, dei segni vitali, dell’incidenza di emartri. 

    La sperimentazione terminerà approssimativamente nell’agosto 2023.

    COME PARTECIPARE

    I pazienti che possono partecipare alla ricerca devono avere un’età compresa tra i 12 e i 74 anni ed essere di sesso maschile (le persone di sesso femminile sono escluse poiché, a causa del meccanismo di trasmissione ereditaria dell’emofilia, possono essere solo portatrici sane). 

    Oltre a età e sesso, i più importanti criteri di inclusione sono:

    • Una diagnosi di emofilia A grave o di emofilia B da moderata a grave; 
    • Un peso minimo di 35 kg.

    I principali criteri di esclusione dallo studio sono, invece:

    • Un trattamento precedente o in corso per una malattia coronarica, per una trombosi venosa o arteriosa o per un’ischemia;
    • Altri difetti dell’emostasi conosciuti oltre all’emofila;
    • Funzioni renali e/o epatiche anormali;
    • Parametri ematologici alterati;
    • Terapia concomitante con farmaci immunomodulatori.

    I CENTRI CLINICI

    Lo studio BASIS è attivo in 5 ospedali italiani e in altri 62 centri clinici nel mondo. 

    Dopo aver fatto valutare al proprio medico di riferimento la scheda completa dello studio clinico NCT03938792 è possibile contattare uno dei seguenti centri di riferimento che partecipano alla sperimentazione clinica BASIS.

     

    Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi

    MALATTIE EMORRAGICHE E DELLA COAGULAZIONE

    Contatti Tel. 055 794 7587 per prenotazioni

    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    Firenze, FI, Italy, 50134

     

    Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico

    https://cetbianchibonomi.it/

    Centro Emofilia e Trombosi “Angelo Bianchi Bonomi”

    Via Pace, 9, 20122 Milano – Italia

    Tel. +39.02.55035422 ; e-mail. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    Milano, Milan, Italy, 20122

     

    Università degli Studi di Roma "Sapienza"-Policlinico Umberto I

    U.O.S. Diagnosi Speciale e Terapia dell'Emostasi e della Trombosi - U.O.C Ematologia - Sezione Ematologia

    Dipartimento di Biotecnologie Cellulari ed Ematologia Sapienza Università di Roma - Clinica Ematologica

    Via Benevento 6, 00161, ROMA

    Centralino 06 857951

     

    Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Paolo Giaccone

    https://cup.policlinico.pa.it/index.vm

    Contatti: 091 2776161

    Palermo, Italy, 90127

     

    Università degli Studi di Perugia, Azienda Ospedaliera di Perugia, Ospedale Santa Maria della Misericordia

    Medicina Interna Vascolare d’Urgenza - Stroke Unit

    UFFICIO INFORMAZIONI
    Tel.: 075 5783354 - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    Volontari: Associazione emofilici Tel. 3357442720 – ANOSE – Associazione Nazionale Operatori Sanitari nell’emofilia

    Perugia, Italy, 06156

     

    Per maggiori informazioni sugli obiettivi dello studio e i criteri di inclusione o esclusione e per valutare la possibilità di partecipazione alla sperimentazione, è necessario che il proprio medico di riferimento prenda visione della scheda dello studio clinico.

  • Non si tratta di sperimentare un nuovo farmaco, ma di mettersi a disposizione, continuando la propria terapia di profilassi, al fine di raccogliere dati sull’efficacia e la sicurezza delle attuali terapie sostitutive e costituire un gruppo di controllo per lo studio di terapia genica di Fase 3 che verrà dopo.

    E’ a questo fine che l'azienda farmaceutica Pfizer ha avviato uno studio clinico su pazienti con emofilia di tipo A e B, che durerà sei mesi e che è stato avviato in 67 centri clinici in tutto il mondo, di cui 3 in Italia, a Roma, Napoli e Firenze. L’arruolamento di pazienti con Emofilia A è già concluso, ma per chi è affetto dalla più rara emofilia B, grave o moderatamente grave con valori del fattore di coagulazione nove inferiori al 2%, è ancora possibile partecipare e così contribuire allo sviluppo della terapia genica.  Lo studio è denominato “Six Month lead-in Study to Evaluate Prospective Efficacy and Safety Data of Current FIX Prophylaxis Replacement Therapy in Adult Hemophilia B Subjects (FIX:C≤2%) or Current FVIII Prophylaxis Replacement Therapy in Adult Hemophilia A Subjects (FVIII:C≤1%)”  ed

    uno dei requisiti fondamentali per poter partecipare è essere negativi per gli anticorpi neutralizzanti del virus Vectro-Spark100 Adeno-associato (Benegene -1) poiché questo criterio sarà fondamentale anche per chi parteciperò alla sperimentazione clinica della terapia genica.

    IN COSA CONSISTE IL TRATTAMENTO

    I partecipanti non saranno sottoposti a nessun trattamento con farmaci di tipo sperimentale ma verranno monitorati nel corso dei 6 mesi dello studio durante la terapia sostitutiva di profilassi standard già utilizzata dal paziente emofiliaco, il quale continuerà con l’infusione o auto-infusione del fattore di coagulazione mancante secondo il piano terapeutico prescritto per prevenire sanguinamenti. Questo studio ha come scopo la valutazione dell’efficacia e della sicurezza del trattamento di prevenzione con fattore di coagulazione deficitario in previsione di un seguente studio clinico con terapia genica. . Questo è uno studio in “aperto” dove sia il partecipante che lo sperimentatore sanno cosa si sta somministrando ed è di tipo multicentrico, ragion per cui il trial è condotto secondo un unico protocollo svolto parallelamente in differenti sedi (cliniche, ospedali, università) e pertanto condotto da più di un ricercatore ma in conformità con le stesse procedure.

    ECCO CHI PUO’ PARTECIPARE
    A questo studio possono partecipare soltanto i pazienti di sesso maschile, poiché l’emofilia è una malattia con base genetica di tipo recessivo essa si manifesta quasi solo nei maschi, con pochissime eccezioni. Vi sono però anche altri criteri che possono determinare l’inclusione o l’esclusione dallo studio, e che vanno sempre attentamente valutati dallo staff medico che accompagna il paziente, al quale poi spetta la decisione finale. Ecco i principali criteri
    Per i pazienti affetti da emofilia B, i soli per i quali è ancora possibile partecipare:

    1. Essere maschi di età maggiore o uguale a 18 e minore di 65 anni con emofilia B da moderatamente grave a grave e attività del fattore di coagulazione nove (IX) documentata pari a minore o uguale 2% prima della visita di riferimento.
    2. E’ necessario avere un documento di consenso informato datato e firmato personalmente che indica che il partecipante o il suo rappresentante legalmente autorizzato è stato informato di tutti gli aspetti pertinenti dello studio.
    3. E’ necessario che la persona sia disposta e in grado di rispettare le visite programmate, il piano di trattamento profilattico FIX, gli esami di laboratorio e altre procedure di studio.
    4. Soggetti con precedente esperienza con terapia sostitutiva con fattore di coagulazione IX per un tempo superiore a 50 giorni di esposizione documentata a un fattore proteico FIX come a un fattore FIX ricombinante, derivato dal plasma o a emivita estesa.
    5. La persona in terapia sostitutiva di profilassi FIX (prodotto FIX ricombinante, plasmaderivato o a emivita estesa) deve avere l'intenzione di continuare la terapia sostitutiva di profilassi FIX per tutta la durata dello studio.
    6. Nessuna ipersensibilità nota al fattore sostitutivo FIX.
    1. Nessun precedente di sviluppo di anticorpi inibitoricontro FIX somministrato (valutazione clinica o di laboratorio) definita come titolo maggiore o uguale a 0,6 BU/mL, indipendentemente dall'intervallo di normalità del laboratorio, o qualsiasi titolo misurato dell'inibitore (anticorpo contro FIX) con metodo Bethesda maggiore del limite superiore della norma per il laboratorio che esegue il test. Clinicamente, nessun segno o sintomo di ridotta risposta alla somministrazione di FIX. Ai soggetti non sarà richiesto di sottoporsi a valutazione diagnostica del livello di inibitore per partecipare allo studio.

    Per i partecipanti con emofilia A (arruolamento attualmente concluso):

    • Essere maschi di età maggiore o uguale a 18 e minore di 65 anni con emofilia A da moderatamente grave a grave e attività del fattore di coagulazione otto (VIII) documentata pari a minore o uguale 1% prima della visita di riferimento.
    • E’ necessario avere un documento di consenso informato datato e firmato personalmente che indica che il partecipante o il suo rappresentante legalmente autorizzato è stato informato di tutti gli aspetti pertinenti dello studio.
    • E’ necessario che la persona sia disposta e in grado di rispettare le visite programmate, il piano di trattamento della profilassi del fattore VIII, gli esami di laboratorio e altre procedure di studio.
    • Persone che si sono già sottoposte a precedente trattamento con la terapia sostitutiva del fattore VIII (per un tempo maggiore o uguale a 150 giorni di esposizione documentata a un preparato proteico del fattore VIII, come ad un preparato a base di fattore VIII ricombinante, derivato dal plasma o con emivita estesa).
    • Soggetti in terapia sostitutiva di profilassi con fattore VIII (prodotto ricombinante, plasma-derivato o con fattore VIII a emivita estesa) devono avere l'intenzione di continuare la terapia sostitutiva preventiva del fattore VIII per la durata dello studio.
    • Nessuna ipersensibilità nota al prodotto sostitutivo del fattore VIII.
    • Nessun precedente di produzione di anticorpo inibitore del fattore VIII (valutazione clinica o di laboratorio) definita come titolo maggiore o uguale a 0,6 BU/mL, indipendentemente dall'intervallo normale di laboratorio, o qualsiasi titolo misurato dell'inibitore con metodo Bethesda maggiore del limite superiore della norma per il laboratorio che esegue il test. Clinicamente, non deve esserci nessun segno o sintomo di ridotta risposta alla somministrazione di fattore VIII. Ai soggetti non sarà richiesto di sottoporsi a valutazione diagnostica del livello dell’inibitore per partecipare allo studio.

    CHI NON PUO’ PARTECIPARE

    Le condizioni che non permettono di partecipare sono:

    1. Per gli emofilici di tipo B: chi ha titolo anticorpale neutralizzante anti-AAV-Spark100 superiore o uguale a 1:1 eseguito da un laboratorio centrale durante lo screening;
    2. Per gli emofilici di tipo A: chi ha titolo anticorpale neutralizzante anti-SB-525 capside (AAV6) (superiore o uguale al titolo più basso rilevabile) eseguito da un laboratorio centrale durante lo screening.
    3. Mancata aderenza / precisione del paziente con la documentazione delle emorragie e/o somministrazione di terapia sostitutiva profilattica.
    1. Se non c'è documentazione relativa sullo stato di epatite, come definito di seguito, negli ultimi 12 mesi prima dello screening per l'epatite B e 6 mesi prima dello screening per l'epatite C, i soggetti dovranno sottoporsi al seguente test dell'epatite allo screening:

    Screening dell'epatite B (acuta e cronica):

    Misurazione di HBsAg (indicato anche come antigene di superficie dell'epatite B), test virale HBV-DNA (indicato anche come test dell'acido nucleico per il DNA del virus dell'epatite B) e misurazione di Anti-HBc (indicato anche come anticorpo del nucleo dell'epatite B totale).

      • Un soggetto non è idoneo se l'HbsAg è positivo o l'HBV-DNA è positivo/rilevabile.
      • L'anti-HBc deve essere ricavato in tutti i soggetti per determinare se il soggetto ha avuto una precedente epatite B. Se l'anti-HBc è positivo e sia HBsAg che HBV-DNA sono negativi, ciò sarebbe coerente con una precedente infezione e il soggetto sarebbe idoneo per lo studio. L'anti-HBc deve essere ottenuto in tutti i soggetti per discriminare tra quelli senza precedente epatite B e quelli con precedente infezione in caso di riattivazione. La FDA ha notato che esiste la riattivazione del virus dell'epatite B.
      • Una carica virale HBV-DNA negativa documentata è sufficiente per valutare l'idoneità. Non è idoneo un paziente che è attualmente in terapia antivirale per l'epatite B.

    Epatite C (acuta o cronica):

    Non è ammesso un paziente che è attualmente in terapia antivirale per l'epatite cronica C.

      • I soggetti trattati con terapia antivirale per l'epatite cronica C, devono aver completato la terapia antivirale almeno 6 mesi prima dello screening e avere un HCV-RNA negativo almeno 6 mesi prima dello screening.
      • Tutti i soggetti (che non sono attualmente sottoposti a terapia antivirale per l'epatite cronica C) devono avere un singolo test di carico HCV-RNA (indicato anche come test dell'acido nucleico [NAT] per HCV RNA) ricavato durante i 6 mesi precedenti lo screening. Ciò include soggetti con precedente epatite cronica C nota che hanno completato il trattamento con terapia antivirale.
      • Un soggetto non è idoneo se il risultato del test di carico dell'HCV-RNA è positivo/rilevabile.

    5. Le persone che attualmente sono in terapia antivirale per l'epatite B o C.

    6. Un soggetto non è idoneo se nella cartella clinica è presente una delle seguenti diagnosi preesistenti, che sono indicative di una significativa malattia epatica sottostante:

    ipertensione portale; o

    splenomegalia; o

    encefalopatia epatica.

    Tutti i soggetti che non presentano le diagnosi preesistenti sopra elencate devono sottoporsi alle seguenti valutazioni eseguite negli ultimi 12 mesi prima dello screening e, in caso contrario, dovranno essere testati per lo stato di fibrosi epatica allo screening:

    • Misurazione dell'albumina sierica. Un soggetto non è idoneo se il livello di albumina sierica è inferiore al limite inferiore della norma del laboratorio di analisi; e
    • Uno dei seguenti test diagnostici per la fibrosi epatica. I seguenti risultati sono indicativi di fibrosi ed escludono il soggetto dalla partecipazione:

    - FibroScan, con un punteggio >8,3 kPa unità;

    - FibroTest/FibroSURE con risultato >0,48*; o

    - Indice del rapporto AST-piastrine (APRI) >1.

    • I partecipanti già accettati in questo studio iniziale (C0371004) possono essere autorizzati a partecipare ai periodi di screening e basale dei protocolli C0371002 o C3731003 prima del completamento della visita di fine studio in questo studio iniziale.
    • Partecipazione ad altri studi se comporta la somministrazione di prodotti sperimentali negli ultimi 3 mesi prima dell'ingresso nello studio e/o durante la partecipazione allo studio o in un precedente studio clinico di terapia genica negli ultimi 12 mesi prima dello screening.
      • Si precisa che se un soggetto ha una storia nota di sindrome di Gilbert, un FibroTest non può essere utilizzato per il test della fibrosi.
    • Persone con evidenze sierologiche documentate del virus dell'immunodeficienza umana HIV-1 o HIV-2 con conta delle cellule positive al cluster di differenziazione 4 (CD4+) minore o uguale 200 mm3 negli ultimi 12 mesi prima dello screening. Possono iscriversi i soggetti HIV positivi e stabili, con una conta CD4 adeguata (maggiore di 200/mm3) e una carica virale non rilevabile (minore di 50 gc/mL) documentata nei 12 mesi precedenti e che stanno assumendo un regime di farmaci antiretrovirali. I soggetti che non sono stati testati nei precedenti 12 mesi di screening dovranno essere testati per lo stato di HIV allo screening.
    • Storia di infezione cronica o altra malattia cronica che il medico sperimentatore ritiene un rischio inaccettabile. Qualsiasi paziente con una storia di eventi trombotici inclusi ma non limitati a ictus o infarto del miocardio.
    • Qualsiasi malattia o condizione clinicamente significativa concomitante che il medico sperimentatore ritenga non idonea alla partecipazione o altra condizione medica o psichiatrica acuta o cronica, inclusi ideazione o comportamento suicidario recente (entro l'anno passato) o attivo o anomalie di laboratorio che possono aumentare il rischio associato alla partecipazione allo studio o può interferire con l'interpretazione dei risultati dello studio e, a giudizio dello sperimentatore, renderebbe il soggetto inappropriato per l'ingresso in questo studio.
    • Qualsiasi paziente che abbia precedentemente ricevuto Fidanacogene Elaparvovec (SPK-9001) (emofilia B) o SB-525 (emofilia A) o qualsiasi terapia basata sul gene AAV.
    • Qualsiasi persona con una procedura chirurgica pianificata che richieda un trattamento chirurgico con fattore profilattico FIX (emofilia B) o FVIII (emofilia A) nei successivi 24 mesi.
    • Membri del personale del sito dello sperimentatore direttamente coinvolti nella conduzione dello studio e dei loro familiari, membri del personale del sito altrimenti supervisionati dallo sperimentatore o soggetti che sono dipendenti Pfizer, compresi i loro familiari, direttamente coinvolti nella conduzione dello studio.

     

    OBIETTIVI

    Questo tipo di studio è finalizzato alla raccolta di dati prospettici della terapia, per cui vengono valutati gli effetti del trattamento farmacologico seguendo le persone coinvolte a partire dall'inizio dello studio e fino alla sua conclusione (in questo caso la durata è di 6 mesi).

    Gli obiettivi primari sono la misurazione e la valutazione dei seguenti parametri:

    • Il tasso annuo di sanguinamento (ABR) per partecipante.

    In caso di emofilia di tipo B esso sarà calcolato come il numero di sanguinamenti/emorragie nel numero di giorni in cui il paziente, a partire dalla prima visita (giorno 1), ha ricevuto la terapia sostitutiva di profilassi con FIX fino alla fine dello studio, moltiplicato x 365,25 giorni. L'ABR sarà sintetizzato utilizzando statistiche descrittive (n, media, deviazione standard, mediana, Q1, Q3, minimo, massimo). In caso di emofilia di tipo A il tasso annuo di sanguinamento (ABR) sarà calcolato nello stesso modo sempre a partire dalla prima visita (giorno 1) con terapia sostitutiva di profilassi a base di FVIII.

    • Incidenza di eventi avversi gravi

    L'analisi di sicurezza primaria verrà eseguita su tutti i partecipanti che firmano il documento di consenso informato e vengono successivamente identificati come nAb negativi e vengono accettati, dopo una attenta visita di riferimento completa, nello studio.

    • Eventi di particolare interesse (ESI): reazioni avverse dovute a produzione di anticorpo inibitore contro FIX o FVIII, eventi trombotici e reazioni di ipersensibilità da FIX o FVIII

    Viene controllata la frequenza e la percentuale di questi eventi e poi fatto un riepilogo. Vengono inoltre descritti tutti gli eventi che portano all'interruzione dello studio.

    Obiettivi secondari:

    • Misurazione del tasso di infusione annualizzata (AIR).

    Il tasso/il ritmo di infusione annualizzata (AIR) per partecipante sarà calcolata come il numero di infusioni ricevute nel numero di giorni in cui il soggetto con emofilia di tipo B ha ricevuto la terapia sostitutiva di profilassi FIX dalla prima visita (definito come giorno 1) fino alla fine dello studio, moltiplicato x 365,25 giorni. Il parametro AIR sarà sintetizzato utilizzando statistiche descrittive (n, media, deviazione standard, mediana, Q1, Q3, minimo, massimo). Stessa misurazione viene effettuata anche per gli emofiliaci di tipo A durante la terapia sostitutiva di profilassi con FVIII.

    • Valutazione della dose e del consumo totale dei fattori di coagulazione.

    Per gli emofiliaci di tipo B, il consumo totale della terapia sostitutiva a base di fattore IX e la dose corrispondente saranno riepilogati in maniera descrittiva secondo la categorizzazione della terapia sostitutiva, dove appropriato. Verrà valutato il diario di infusione (diario elettronico di infusione) della terapia. Per gli emofiliaci di tipo A verranno valutati gli stessi parametri durante terapia sostitutiva con fattore coagulante VIII.

    • Misurazione del numero di eventi emorragici (spontanei e/o traumatici)

    Il numero di episodi emorragici viene riassunto per tipologia di manifestazione e quindi di tipo spontaneo, traumatico e nel complesso definito come qualsiasi sanguinamento che si verifica 72 ore dopo l'interruzione del trattamento farmacologico dall'emorragia originaria per cui è stato iniziato il trattamento. Oppure un'emorragia che si verifica in un posto diverso dall'emorragia originaria indipendentemente dal tempo dall'ultima iniezione.

    PRESSO QUALI CENTRI È POSSIBILE RIVOLGERSI IN ITALIA

     

    FIRENZE

    SODc  Malattie emorragiche e della coagulazione dell’AOU Careggi

    Centro di Riferimento Regionale per le Coagulopatie congenite

    Largo Brambilla, 3 - 50134

    Contatti

    Tel. 055 794 7587 per prenotazioni
    Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    Centro che accetta partecipanti

    NAPOLI

    Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II Centro di Coordinamento Regionale per le Emocoagulopatie Medicina Interna, Malattie Emorragiche e Trombotiche

    Via S. Pansini, 5 – 80131 – Napoli Tel: Direzione: 0817462060 Ambulatorio: 0817462161 – 0817462317 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    Centro che accetta partecipanti

    ROMA

    Centro di Ematologia dell’Università degli studi di Roma "La Sapienza" - Policlinico Umberto I
    Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione Via Benevento 6 – 00161 – Roma

    Centralino: 06-857951

    Centro che accetta partecipanti

     

    ULTERIORI SPECIFICHE

    REFERENTE PER INFORMAZIONI - Pfizer CT.gov Call Center - 1-800-718-1021

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    Identificatore ClinicalTrials.gov: NCT03587116   - Altri numeri ID dello studio:    C0371004; 2017-001271-23 (Numero EudraCT)

    Pfizer fornirà l'accesso ai dati dei singoli partecipanti non identificati e ai relativi documenti di studio (ad es. protocollo, piano di analisi statistica (SAP), rapporto di studio clinico (CSR)) su richiesta di ricercatori qualificati e soggetti a determinati criteri, condizioni ed eccezioni. Ulteriori dettagli sui criteri di condivisione dei dati di Pfizer e sulla procedura per richiedere l'accesso sono disponibili all'indirizzo: https://www.pfizer.com/science/clinical_trials/trial_data_and_results/data_requests.

  • Sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM) i risultati preliminari di uno studio clinico di fase III che valuta l’efficacia e la sicurezza di valoctocogene voxaparvovec, una terapia genica sviluppata dalla casa farmaceutica Biomarin Pharmaceutical per l’emofilia A grave. Secondo le conclusioni tratte nell’articolo Valoctocogene Roxaparvovec Gene Therapy for Hemophilia A questa terapia aumenta la produzione endogena del fattore VIII della coagulazione e riduce significativamente i sanguinamenti spontanei.

    L’emofilia A è una patologia genetica causata dalla mancata o ridotta produzione del fattore VIII della coagulazione, dovuta alla mutazione di un gene localizzato sul cromosoma X. La carenza di questo fattore determina una diminuita o assente capacità di coagulazione del sangue che si manifesta con sanguinamenti spontanei, talvolta dolorosi, soprattutto al livello delle articolazioni e dei muscoli. L’emofilia viene considerata grave quando la produzione del fattore VIII è inferiore all’1% rispetto a quella degli individui sani.

    La malattia viene generalmente trattata con infusioni intravenose profilattiche di fattore VIII che sopperiscono alla sua mancata produzione interna. Le infusioni vengono effettuate due o tre volte alla settimana e non sempre sono efficaci a ridurre il sanguinamento. Per questi due motivi i pazienti con emofilia A grave possono subire un peggioramento della qualità della vita da non sottovalutare.

    L’obiettivo della ricerca farmaceutica è quindi quello di produrre una terapia in grado di ridurre i sanguinamenti spontanei con il minor numero di somministrazioni possibili.

    Nello studio di fase III Single-Arm Study To Evaluate The Efficacy and Safety of Valoctocogene Roxaparvovec in Hemophilia A Patientscon codice identificativo NCT03370913, i ricercatori indagano l’efficacia di valoctocogene roxaparvovec nel ridurre i sanguinamenti nei pazienti con emofilia A grave.

    Valoctocogene roxaparvovec è una terapia genica sperimentale che prevede una singola somministrazione. È volta a modificare il DNA del paziente emofilico con l’introduzione, tramite vettore adenovirale, del gene sano per il fattore VIII al posto di quello mutato, allo scopo di eliminare la causa della malattia alla base.

    Disegno e obiettivi dello studio

    La sperimentazione clinica vede il coinvolgimento di 124 pazienti maschi, maggiorenni, con una diagnosi di emofilia A grave. Sono stati reclutati in 48 centri clinici nel mondo, tra i quali uno italiano: il Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano.

    Tutti i partecipanti hanno ricevuto la singola somministrazione di valoctocogene roxaparvovec e attualmente sono in fase di follow-up.

    Valoctogene roxaparvovec è già stato valutato con successo nei precedenti studi clinicidi fase I e II. Nella fase III l’obiettivo primario è quello di studiare la quantità di fattore VIII prodotto dai pazienti dopo un anno dalla somministrazione della terapia.

    Altri obiettivi prevedono la valutazione, sempre a un anno, della necessità di infusioni profilattiche di fattore VIII e il numero dei sanguinamenti. Inoltre, nei prossimi anni verranno tenuti sotto controllo gli eventuali effetti avversi di lungo termine.

    Risultati

    I ricercatori riportano nell'articolo che ad un anno dalla somministrazione di valoctocogene roxaparvovec il 90% dei pazienti ha ottenuto una riduzione dei sanguinamenti e l’88% un aumento della produzione endogena del fattore VIII con una conseguente minore necessità di iniezioni profilattiche. In questo periodo tutti i pazienti hanno avuto almeno una reazione avversa, tra le quali mal di testa (38%), nausea (37%) e aumento dei livelli di aspartato aminotrasferasi (35%). 22 pazienti su 134 hanno avuto reazioni gravi.

    Questi risultati preliminari sono promettenti ma lo studio clinico è tuttora in corso. La sperimentazione clinica, iniziata a dicembre 2017, dovrebbe concludersi entro il novembre 2024. Al momento è stato già raggiunto il numero di pazienti previsto e non se ne accettano ulteriori. Nel frattempio, sulla base di questi incoraggianti risultati, l'azienda ha presentato una domanda di autorizzazione all'immissione in commenrcio che sarà valutata dall'EMA (Agenzia Europea del Farmaco). 

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