• "I nuovi antivirali che prevengono gravi malattie e morte da COVID-19, in particolare i farmaci orali che potrebbero essere assunti a casa all'inizio della malattia – ha affermato pochi giorni fa Anthony Fauci, capo medico consigliere del presidente e direttore del NIAID – sarebbero strumenti potenti per combattere la pandemia e salvare vite".

  • La trasparenza dei dati, le approvazioni di emergenza e il ruolo delle multinazionali del farmaco sembrano punti deboli del processo di valutazione ma non è affatto così. Lo spiegano il prof. Gilberto Corbellini (Roma) e il prof. Michele De Luca (Modena).

  • L’European Medicines Agency (EMA) ha pubblicato un documento che chiarisce come poter somministrare il farmaco antivirale remdesivir in uso compassionevole.

  • Ci siamo. Manca ormai solo una settimana all’applicazione effettiva del nuovo Regolamento Europeo sulla sperimentazione clinica (anche noto come 536/2014). Dalle ore 9 del prossimo 31 gennaio infatti il portale europeo centralizzato sarà online e accessibile a tutti, sia professionisti della ricerca che il pubblico generico. Il CTIS, acronimo di Clinical Trial Information System, sarà lo snodo centrale di questa rivoluzione della ricerca clinica europea un “punto di accesso unico per gli sponsor e le autorità di regolamentazione per la presentazione e la valutazione dei dati delle sperimentazioni cliniche", ha spiegato oggi il direttore esecutivo dell'EMA, Emer Cooke(nella foto).emercooke portrait 0

    Questa modalità rappresenta una svolta per la ricerca clinica in Europa ed è la rappresentazione di una transizione operativa iniziata nel lontano 2014, con l’approvazione del già citato regolamento. Il cambio più importante è dal punto di vista procedurale, infatti i promotori delle sperimentazioni cliniche"potranno richiedere l'approvazione normativa per eseguire sperimentazioni cliniche in un massimo di 30 Paesi EU/Spazio economico europeo tramite un'unica domanda. E questo accelererà l'accesso dei pazienti a farmaci nuovi e innovativi", ha fatto notare Karl Broich, in rappresentanza dei responsabili delle agenzie del farmaco nazionali dell'area.

    Un’unica domanda per tutta Europa, uno scenario quasi idilliaco per chi, fino ad oggi, ha dovuto fare i conti con le diverse procedure richieste dalle specifiche normative locali di ogni stato membro. I potenziali vantaggi sono incredibili, su tutti: processi veloci e semplificati con tempistiche definite e certe.

    Quello che può sembrare un miglioramento esclusivamente procedurale riflette un potenziale enorme per l’avanzamento delle conoscenze scientifiche in ambito biomedico. 

    "Il sistema faciliterà le collaborazioni e un ampio scambio di dati tra i vari attori, così da aumentare la nostra conoscenza sui nuovi trattamenti medici e di questo beneficeranno sia la ricerca che la salute pubblica. Sarà anche più facile condurre ampi studi multinazionali per affrontare questioni sanitarie chiave, come il cancro. Abbiamo bisogno di trial robusti per assicurare solidi risultati statisticamente validi che aumentino l'efficacia della ricerca clinica in Europa nel portare farmaci migliori ai pazienti" ha sottolineato Cooke evidenziando come “le chiavi per il futuro sono trasparenza e lavoro collettivo”.

    La volontà dell’Europa di diventare un punto di riferimento per la ricerca clinica a livello mondiale si manifesta anche con la recente pubblicazione del programma ACT EU (Accelerating Clinical Trials in EU) in cui sono state definite dieci azioni prioritarie da intraprendere per il biennio 2022-23. "E' cruciale per questo lavoro, per rafforzare l'ambiente dei clinical trial in Europa, è un'enorme opportunità di mettere il pacchetto Europa sulla mappa come un ambiente di ricerca "unico", leader a livello mondiale" commenta Cooke.

    Il prossimo lunedì sarà, quindi, una data storica ma solo l’inizio di una lunga fase di transizione, inevitabile nel caso di un sistema così complesso "Un aspetto che viene sottovalutato è la complessità di combinare tutti gli approcci nazionali esistenti ed essere sicuri che ci sia una coerenza nell'approccio unico che useremo” precisa Cooke "La transizione al nuovo sistema sarà graduale. Dal 31 gennaio 2022 gli sponsor potranno già decidere di utilizzare CTIS per le domande di clinical trial in UE, ma non saranno obbligati a farlo”. Infatti le domande per gli studi clinici presentate al di fuori del nuovo sistema fino al 31 gennaio 2023 saranno esaminate e valutate secondo la vecchia procedura (quella attualmente attiva). Quindi, dal 1 Febbraio 2023 tutte le domande dovranno passare per il CTIS ed entro il 31 gennaio 2025 tutte le sperimentazioni ancora in corso dovranno in ogni caso essere trasferite sul CTIS e disciplinate dal nuovo regolamento.

    In tutto ciò la posizione italiana rimane comunque discutibile poichè in forte ritardo rispetto alle attività già svolte dagli altri stati membri. Nonostante la disponibilità di questo periodo di adattamento al nuovo sistema, paesi come Spagna, Francia, Germania, ecc. hanno già da anni adeguato il proprio sistema normativo nazionale per essere immediatamente operativi alla partenza. In Italia invece affrontiamo un ritardo enorme e, come abbiamo già discusso in questo articolo, non avremo la possibilità, neanche volendo, di utilizzare le nuove modalità di gestione unificata della ricerca. In attesa quindi che il governo recepisca i dettami del regolamento 536/2014 e ne definisca le specifiche modalità operative attraverso la pubblicazione dei decreti attuativi, c’è da chiedersi quanti danni alla ricerca clinica italiana apporterà questo ritardo e in che modo potremo beneficiare di una nuova era di collaborazione europea senza avere la possibilità di parteciparvi? 

    È una domanda fondamentale, sopratutto dal punto di vista dei pazienti che spesso non hanno a disposizione i tempi che la politica si assegna.

  • A quasi un mese dall’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo l’Italia sembra ancora lontana dal recepimento dello stesso e quindi ferma ai blocchi di partenza. Al momento infatti è attiva una modalità provvisoria per la presentazione delle domande ma sembra essere ancora lontana la risoluzione di uno dei più importanti nodi da risolvere per la piena aderenza alla normativa europea: la riorganizzazione dei Comitati Etici.

    Numerosi sono i decreti attuativi attesi e solo pochi giorni fa ne è stato pubblicato uno in Gazzetta Ufficialeche riguarda gli studi osservazionali e gli studi non profit.

    Nel frattempo la ricerca va avanti, l'agenzia Europea del farmaco EMA segnala come in questi primi 15 giorni di attivazione del portale unico europeo per la ricerca clinica (CTIS) oltre 2400 utenti professionali si siano già accreditati, 116 applicazioni siano in corso di sviluppo e 3 siano completate e inviate. 

    Da questo scenario invece l’Italia rimane fuori e questo riporta un danno enorme per la ricerca e non solo. Un’analisi di Farmindustria che ha effettuato un’indagine interna su 34 aziende associate, evidenzia come 86 studi clinici potrebbero essere persi a causa dell’impossibilità di rimanere allo stesso passo degli altri paesi europei. Oltre al danno per la ricerca questo riflette un enorme danno economico, che il Laboratorio sul Management delle Sperimentazioni Cliniche di Altems (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari – Università Cattolica di Roma) stima essere compreso tra i 75,5 e i 93,6 milioni di euro.

    Nonostante queste indicazioni è comunque doveroso sottolineare come il prezzo più importante lo paghino i pazienti, che non solo non saranno in grado di partecipare a sperimentazioni cliniche e accedere a farmaci e terapie innovative ma non potranno neanche usufruire della più avanzata assistenza sanitaria che una ricerca clinica offre, per sua natura intrinseca.

  • L’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha lanciato un progetto pilota per la raccolta dei dati originali (raw data) degli studi clinici con l’obiettivo di migliorare sia le valutazioni delle richieste di autorizzazione all’immissione in commercio del farmaco, che le domande successive alla sua commercializzazione.

    Questo progetto di EMA fa parte di una delle dieci attività strategiche programmate per il gruppo di lavoro dedicato ai Big Data che ha recentemente pubblicato il piano strategico 2022-2025.

    Raw Data, Big Data, cosa sono?

    Nello specifico contesto della ricerca clinica i raw data rappresentato l’insieme dei dati clinici raccolti per ogni singolo paziente. Cartelle cliniche, analisi di laboratorio ma anche esami strumentali come radiografie, TC, RMN, ecc., rappresentano il vasto insieme di informazioni e dati (big data) che viaggiano assieme il paziente e formano la visione completa della sua specifica situazione clinica. Strutturare, organizzare e concentrare questa mole di informazioni di varia origine in un unico contenitore, consentirebbe ai ricercatori di effettuare analisi molto approfondite. 

    Avere accesso a tutti questi dati può essere molto utile anche nella valutazione dell’attività di un farmaco ed è questo appunto l’obiettivo primario del progetto dell’EMA. 

    Nel sottoporre la domanda di valutazione del farmaco al comitato per i prodotti medicinali per uso umano (CHMP) l’azienda titolare del brevetto abitualmente fornisce numerose analisi statistiche e un insieme di dati aggregati derivanti dagli studi clinici svolti. Non esiste infatti un obbligo di presentazione dell’intero insieme di dati anche se il CHMP ha la facoltà di richiederli in caso lo ritenga necessario.

    EMA con questo progetto vuole invece aprire una nuova strada, invitando le aziende a inoltrare le proprie domande fin da subito con il corredo di questi dati estesi. È anche importante sottolineare che tutti questi dati vengono anonimizzati quindi, per quanto completi dal punto di vista scientifico, sono privi delle informazioni necessarie per poter risalire alle identità dei singoli pazienti e quindi rispettano pienamente le direttive europee sulla privacy.

    L’obiettivo di questa iniziativa è proprio quello di utilizzare tutte le opportunità offerte da queste nuove frontiere di analisi, per migliorare il processo di valutazione dei farmaci, diminuendone i tempi di approvazione e rendendoli quanto prima disponibili ai pazienti.

    Come le aziende possono partecipare?

    Per partecipare a questo progetto strategico e sottomettere i raw-data nall’ambito di una richiesta di autorizzazione e post autorizzativa, EMA ha reso disponibile un documento guida in cui vengono dettagliati obiettivi, scopi e tempi del progetto nonchè le basi legali dello stesso, in linea con le direttive EU per quel che riguarda il trattamento dei dati e la privacy.

    EMA ha inoltre messo a disposizione delle aziende una specifica mail a cui chiedere ulteriori informazioni per la partecipazione a questo progetto pilota: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    È previsto che il progetto durerà circa due anni e interesserà dieci procedure autorizzative a partire dal mese di settembre 2022.

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